RITE AND FUNCTION: CONTINUITY AND TRANSFORMATION IN HELLENISTIC ABRUZZO

Valeria Acconcia

Abstract


Il territorio medio-adriatico, a partire dal IV secolo a.C. entra a far parte dell’orbita politica di Roma, che
procede progressivamente alla sua riorganizzazione tramite la fondazione di nuovi centri o il potenziamento
di quelli preesistenti. Nell’Abruzzo antico, questi cambiamenti sono il vettore per trasformazioni profonde,
leggibili anche nei meccanismi di autorappresentazione delle comunità locali che, dal IX fino almeno al pieno
V secolo a.C., adottavano specifiche forme del rituale funerario, caratterizzate da una evidente continuità.
Nell’assetto delle necropoli già utilizzate tra l’età del Ferro e il periodo arcaico, ad esempio, si registra una
tendenza a preservare la distribuzione dei nuclei di sepoltura già formatisi nei secoli precedenti, così come il
rituale inumatorio, ma allo stesso tempo si esaurisce la spinta a rappresentare il caratteristico rigore funerario
e si adottano nuove composizioni dei corredi vascolari e dell’ornamento. Anche le attestazioni di genere mutano
sostanzialmente in termini quantitativi, con un incremento degli individui femminili in alcuni contesti.
Soprattutto, sono adottate nuove tipologie sepolcrali, progressivamente influenzate dai comparti territoriali
confinanti e, naturalmente, da Roma: le tombe a grotticella, ad esempio, e, verso la fine dell’età repubblicana,
le tombe a camera, insieme alle più essenziali sepolture a incinerazione in pozzetto, che attestano la definitiva
assimilazione delle comunità locali al sistema ideologico romano.


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