PROLUSIONE. CONFLITTUALITÀ POLITICA E INTERAZIONE CULTURALE NEL MONDO ANTICO TRA STORIOGRAFIA E ARCHEOLOGIA

Pierfrancesco Callieri

Abstract


Quando Anna Chiara Fariselli mi ha invitato a presentare la relazione introduttiva al convegno
da lei organizzato qui a Ravenna, prima di accettare o rifiutare ho riflettuto sulla
possibilità che un archeologo specializzato nel mondo iranico come sono io riuscisse in
qualche modo a contribuire al tema del convegno proponendo un argomento indirettamente
inseribile nella discussione affrontata dai numerosi colleghi convenuti qui a Ravenna
per l’occasione.
Una risposta è scaturita dalla riconsiderazione di un’idea nata parlando con Anna Chiara
e Raimondo Secci lo scorso anno in occasione di un bando del nostro ateneo per progetti
di ricerca comuni. In quella occasione constatammo come la componente archeologica
del nostro Dipartimento di Beni Culturali fosse non solo in prevalenza legata a discipline
di ambito orientalistico, ma specificamente relativa a due aree culturali, quella persiana e
quella cartaginese, che nella prospettiva della storiografia antica di matrice greca e romana
hanno assunto il ruolo principale di nemico e di diverso rispetto alla tradizione interna
del mondo classico, pericolosi antagonisti in grado di contrastare la supremazia politica
e culturale di Atene e di Roma. E riflettemmo come curiosamente in sostanza quello che
accomunava noi colleghi archeologi e orientalisti del Dipartimento di Beni Culturali era
l’interesse per la cultura dei nemici di quelli che, sulla base del comune sentire di una
formazione culturale impregnata di venerazione per la classicità, potevamo considerare i
nostri principali progenitori.


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