ANCORA SU APOLLO IN CISALPINA TRA IPERBOREI E MISTICISMO ORFICO-PITAGORICO

Federica Fontana

Abstract


Ritorno con piacere su un tema quale quello della diffusione del culto di Apollo
in Cisalpina nella fase di fondazione coloniaria, in particolare ad Aquileia, di cui mi
sono occupata all’inizio del mio percorso di ricerca e su cui pensavo non ci fossero
sostanziali novità1. A darmene l’opportunità è la recente pubblicazione di un contributo
di Rita Compatangelo-Soussignan dal titolo Apollon en Cisalpine: philosophie, religion
et idéologie des élites romaines au IIe siècle av. n. è. nei Mélanges dell’Ecole Française
de Rome del 2012. Nello specifico, l’autrice, partendo dall’identificazione di Apollo nel
frontone di Monastero, località a nord est di Aquileia, e concordando con le mie conclusioni
in merito alla presenza diffusa del culto apollineo nelle colonie cisalpine di II
secolo a.C.2, istituisce un rapporto diretto tra Apollo Liceo, Apollo Iperboreo, Apollo
pitagorico e il filellenismo di alcuni membri dell’aristocrazia senatoria, più precisamente
i Manlii, uno dei quali, Cn. Manlius Vulso, cos. 178, sarebbe stato responsabile, a suo
avviso, della costruzione del tempio aquileiese3. Il lavoro della studiosa, che riprende
nella quasi totalità dei passaggi la mia analisi sull’argomento, ma che diverge su alcuni
punti e soprattutto sull’attribuzione della committenza, mi è sembrato di estremo interesse
per affrontare questioni metodologiche in merito ad alcuni aspetti “specificamente
storico-religiosi” che secondo Compatangelo sarebbero sfuggiti alle precedenti analisi4;
per questa ragione ripercorrerò i suoi passi punto per punto alla ricerca del rapporto tra la
mantica profetica apollinea e il misticismo filosofico che l’autrice individua nell’Apollo
‘iperboreo’ cisalpino.


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