ANCORA SULLA NOVA VIA VECCHIE IPOTESI, NUOVE PROPOSTE

Dora Cirone, Alessio De Cristofaro

Abstract


Tra i temi della topografia romana, il problema del percorso della Nova via è certamente
tra quelli più dibattuti e controversi degli ultimi decenni: pochi, in effetti, sono i monumenti
di Roma antica per i quali la storia degli studi vanti così tante e discordanti soluzioni. Dopo
i numerosi e autorevoli interventi recenti, ritornare nuovamente su un tema così spinoso
potrebbe allora apparire temerario, se non del tutto ozioso. 

Tuttavia, come spesso accade in archeologia, a spingerci ad affrontare un riesame complessivo
della questione sono stati i ritrovamenti effettuati alle pendici nord-occidentali del Palatino,
che permettono di gettare nuova luce sulle dinamiche insediative di questo settore della città
antica già a partire dalla prima età regia, offrendo al contempo l’occasione per avanzare una
soluzione al problema del percorso della Nova via diversa da quelle fino ad oggi prospettate.
Il tema, come si vedrà, è del massimo interesse sotto molteplici aspetti, non solo
strettamente topografici. La definizione del percorso della strada, infatti, investe tutto il
complesso delle testimonianze relative al tessuto urbano della città antica in formazione,
implicando il riesame di numerosi monumenti quali il pomerio, le mura romulee con le
sue porte, il tempio di Giove Statore, il sacello di Aio Locuzio etc. e la loro effettiva
cronologia e realtà topografica nel corso dei secoli. Non pochi, inoltre, sono gli spunti
di riflessione metodologica che la ricerca topografica può offrire al più ampio dibattito
storiografico sulle origini di Roma, negli ultimi anni interessato da numerose e dirompenti
novità documentarie, ma anche dal pericoloso incrinarsi del dialogo tra storici e archeologi,
oltre che di quello tra gli archeologi stessi.


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